{"id":39721,"date":"2025-05-20T11:31:21","date_gmt":"2025-05-20T09:31:21","guid":{"rendered":"https:\/\/www.ipsen.com\/it\/?post_type=press_release&p=39721"},"modified":"2025-05-20T11:37:13","modified_gmt":"2025-05-20T09:37:13","slug":"malattie-colestatiche-rare-aifa-approva-la-rimborsabilita-di-elafibranor-per-la-colangite-biliare-primitiva-pbc-dopo-quasi-10-anni-senza-innovazioni","status":"publish","type":"press_release","link":"https:\/\/www.ipsen.com\/it\/press-releases\/malattie-colestatiche-rare-aifa-approva-la-rimborsabilita-di-elafibranor-per-la-colangite-biliare-primitiva-pbc-dopo-quasi-10-anni-senza-innovazioni\/","title":{"rendered":"Malattie colestatiche rare \u2013 AIFA approva la rimborsabilit\u00e0 di elafibranor per la Colangite Biliare Primitiva (PBC), dopo quasi 10 anni senza innovazioni"},"content":{"rendered":"\n
Milano, 20 maggio 2025 \u2013 <\/strong>Ipsen annuncia che l\u2019Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilit\u00e0 di elafibranor (Iqirvo\u00ae) per il trattamento della Colangite Biliare Primitiva (PBC)<\/strong> in combinazione con acido ursodesossicolico (UDCA) negli adulti con una risposta inadeguata all\u2019UDCA o come monoterapia nei pazienti che non tollerano l\u2019UDCA. Elafibranor \u00e8 il primo di una nuova classe di farmaci<\/strong>, agonista duale dei recettori attivati dal proliferatore del perossisoma (PPAR, peroxisome proliferator-activated receptor<\/em>), che esercita un effetto \u200b\u200bsulle isoforme PPAR\u03b1 e PPAR\u03b4, che si ritiene siano elementi chiave nel regolare l\u2019omeostasi degli acidi biliari, del metabolismo lipidico, dell\u2019infiammazione e della fibrosi.<\/p>\n\n\n\n Si tratta della prima innovazione dopo quasi 10 anni senza nuovi farmaci<\/strong> per questa malattia colestatica rara di origine autoimmune, che in Europa si stima colpisca circa 22 persone su 100.000[i]<\/a>. In Italia sono oltre 15 mila le persone che vivono con la PBC, nella maggior parte dei casi si tratta di donne tra i 40 e i 60 anni[ii]<\/a>. In molti casi la patologia si manifesta in forma asintomatica fino alle fasi avanzate, in altri casi la malattia causa, fin dagli esordi, sintomi quali prurito, fatigue e secchezza della bocca e degli occhi.<\/p>\n\n\n\n Il Prof. Giacomo Germani, Direttore dell\u2019Unit\u00e0 Trapianto Multiviscerale dell\u2019Azienda Ospedale \u2013 Universit\u00e0 di Padova e Segretario AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato,<\/strong> dichiara: \u201cLa comunit\u00e0 scientifica accoglie con soddisfazione la rimborsabilit\u00e0 di una nuova terapia innovativa per la Colangite Biliare Primitiva e in grado di rispondere a un importante bisogno terapeutico in una patologia rimasta orfana di terapie approvate per i pazienti non responsivi o intolleranti ad UDCA. Si tratta di un risultato importante che conferma il valore della ricerca e dell\u2019importanza di un approccio sempre pi\u00f9 personalizzato nella gestione delle patologie epatiche \u2013 <\/em>prosegue il Segretario Generale. \u201cAISF e tutti i suoi associati, ribadiscono quanto sia fondamentale proseguire su questa strada, affinch\u00e9 l\u2019innovazione farmacologica possa rispondere sempre meglio ai bisogni clinici ancora insoddisfatti e portando un reale miglioramento nella qualit\u00e0 di vita\u201d.<\/em><\/a><\/em><\/p>\n\n\n\n \u201cLa malattia causa l\u2019infiammazione e la distruzione dei dotti biliari, esponendo al rischio di danni al fegato, che possono progredire fino alla cirrosi e all\u2019insufficienza epatica, rendendo in alcuni casi necessario il trapianto \u2013<\/em> spiega il <\/a>Prof. Pietro Invernizzi, Professore dell\u2019Universit\u00e0 di Milano-Bicocca e Responsabile del Centro per le Malattie Autoimmuni del Fegato dell’IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza<\/strong> – Questo nuovo trattamento, il primo PPAR agonista approvato in Europa, ora rimborsato in Italia, per il trattamento come seconda linea in pazienti adulti, ha dimostrato efficacia nella gestione della progressione di malattia e nella riduzione di sintomi frequenti quali il prurito e la fatigue. L\u2019approvazione italiana di questa nuova opzione terapeutica rappresenta quindi un passo avanti positivo per la comunit\u00e0 clinica e dei pazienti\u201d.<\/em><\/p>\n\n\n\n \u00c8 d\u2019accordo Ivan Gardini, Presidente dell’Associazione EpaC Ets<\/strong>, che commenta: \u201cAccogliamo con favore questa approvazione da parte dell\u2019Agenzia Italiana del Farmaco, che apre a un nuovo scenario per i pazienti italiani con colangite biliare primitiva. La progressione della malattia espone le persone al rischio di gravi danni epatici, per questo \u00e8 importante offrire risposte adeguate in grado di migliorare la gestione e il monitoraggio dell\u2019evoluzione di malattia, oltre a intervenire sui sintomi, che spesso sono molto variabili da persona a persona e richiedono un approccio personalizzato\u201d.<\/em><\/p>\n\n\n\n \u201cL’Associazione Malattie Autoimmuni Fegato, esprime grande soddisfazione per l’approvazione di elafibranor come nuova terapia di seconda linea per il trattamento della colangite biliare primitiva (CBP) \u2013 <\/em>afferma Davide Salvioni, Presidente AMAF APS<\/strong>. Questa decisione rappresenta un passo avanti significativo nella gestione di questa malattia autoimmune cronica del fegato. In particolare, accogliamo con speranza la prospettiva di offrire un’alternativa terapeutica valida per quei pazienti che presentano una risposta inadeguata o sono intolleranti all’acido ursodesossicolico (UDCA), attualmente la terapia di prima linea. Per questi pazienti \u2018difficili da trattare\u2019, Elafibranor potrebbe rappresentare una svolta significativa nel migliorare la loro qualit\u00e0 di vita e nel rallentare il decorso della malattia\u201d<\/em>.<\/p>\n\n\n\n L\u2019approvazione di elafibranor segna per Ipsen un nuovo traguardo nell\u2019ambito delle malattie rare, un\u2019area su cui si concentra l\u2019impegno dell\u2019azienda. \u201cSiamo lieti che elafibranor sia ora rimborsato anche in Italia a seguito del rapido iter di valutazione che Aifa ha attuato garantendone l\u2019accesso a tutti i pazienti che ne possono beneficiare <\/em>\u2013 afferma Patrizia Olivari, Presidente e Amministratore Delegato di Ipsen Italia<\/strong> \u2013 L\u2019approvazione di elafibranor rappresenta una nuova opportunit\u00e0 per le persone a rischio di progressione della malattia e come azienda siamo estremamente orgogliosi di questo importante traguardo\u201d.<\/em><\/p>\n\n\n\n L\u2019approvazione di elafibranor si basa sui dati dello studio clinico di fase III ELATIVE[iii]<\/a>, che ha dimostrato un beneficio terapeutico statisticamente significativo in termini di percentuale di pazienti che ha ottenuto una risposta biochimica dopo il trattamento con elafibranor 80 mg (51%) rispetto ai pazienti trattati con placebo (4%), con una differenza rispetto al placebo del 47% (P<0,001). Nei pazienti trattati con elafibranor \u00e8 stata osservata anche una riduzione maggiore del basale del punteggio della scala PBC Worst Itch-NRS<\/em> rispetto al placebo, sebbene tale riduzione non sia stata statisticamente significativa. Il trattamento con elafibranor \u00e8 stato associato a un miglioramento significativo del prurito, come evidenziato da una maggiore riduzione dei punteggi totali del PBC-40 Itch e del 5-D Itch rispetto al placebo. Relativamente al profilo di sicurezza e tollerabilit\u00e0, si sono osservate percentuali simili di eventi avversi, eventi avversi correlati al trattamento, eventi avversi seri o gravi o eventi avversi che hanno portato all\u2019interruzione del trattamento confrontando i pazienti nel braccio elafibranor con quelli nel braccio placebo.<\/p>\n\n\n\n Al recente congresso dell\u2019Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL), che si \u00e8 svolto ad Amsterdam dal 7 al 10 maggio 2025, Ipsen ha presentato nuovi dati \u201clate breaking\u201d relativi ad analisi aggiuntive dallo studio ELATIVE\u00ae<\/sup> (LBP-027) che suggeriscono che i pazienti con PBC trattati con elafibranor hanno riscontrato un miglioramento della fatigue superiore rispetto ai pazienti trattati con placebo dopo 52 settimane di terapia, misurata tramite il questionario PROMIS Fatigue Short Form 7a (42.9% elafibranor verso 31.3% placebo) e dal punteggio PBC-40 fatigue (22.6% elafibranor verso 15.4% placebo). Tra i pazienti con fatigue da moderata a severa al basale, oltre il doppio dei pazienti trattati con elafibranor (66,7%) ha raggiunto miglioramenti clinicamente significativi rispetto al placebo (31.3%). Questi dati suggeriscono inoltre che l\u2019effetto positivo di elafibranor sulla fatigue si verifichi indipendentemente dal suo effetto sul prurito.[iv]<\/a><\/p>\n\n\n\n La Colangite Biliare Primitiva (PBC)<\/strong><\/p>\n\n\n\n La PBC \u00e8 una malattia epatica colestatica rara, autoimmune, che colpisce circa sei donne per ogni uomo. Un accumulo di bile e tossine (colestasi) e un\u2019infiammazione cronica provocano fibrosi (cicatrici) del fegato e distruzione dei dotti biliari. \u00c8 una patologia cronica che, se non viene trattata tempestivamente ed efficacemente, pu\u00f2 peggiorare nel tempo, determinando la necessit\u00e0 di un trapianto del fegato e, in alcuni casi, la morte prematura. La PBC ha un impatto significativo sulla vita dei pazienti, a causa dei sintomi debilitanti, tra cui i pi\u00f9 comuni sono prurito e la fatigue.<\/p>\n\n\n\n Elafibranor (Iqirvo\u00ae<\/sup>)<\/strong><\/p>\n\n\n\n Elafibranor \u00e8 un agonista orale, con somministrazione giornaliera, dei recettori attivati dal proliferatore del perossisoma (PPAR), che esercita un effetto sulle isoforme PPAR\u03b1 e PPAR\u03b4. L\u2019attivazione di PPAR\u03b1 e PPAR\u03b4 riduce la tossicit\u00e0 biliare e migliora la colestasi modulando la sintesi degli acidi biliari, la disintossicazione e i trasportatori. L\u2019attivazione di PPAR\u03b1 e PPAR\u03b4 ha anche effetti antinfiammatori, agendo su vie metaboliche diverse. Il beneficio di elafibranor \u00e8 la sua capacit\u00e0 di ridurre i livelli di fosfatasi alcalina (ALP) negli adulti con PBC. Si prevede pertanto che elafibranor possa garantire un beneficio clinico alle persone affette da PBC, in termini di progressione di malattia verso la fibrosi epatica, cirrosi, e in ultima analisi alla necessit\u00e0 di ricorrere a un trapianto di fegato, riducendo quindi la mortalit\u00e0iii<\/sup>. Nel 2019 elafibranor ha ottenuto la designazione di Breakthrough Therapy<\/em> (terapia fortemente innovativa<\/em>) dalla Food and Drug Administration<\/em> (FDA) statunitense per gli adulti affetti da PBC che hanno una risposta inadeguata all\u2019acido ursodesossicolico (UDCA), l\u2019attuale terapia di prima linea per la PBC. Elafibranor ha ottenuto l\u2019approvazione accelerata negli Stati Uniti nel giugno 2024 e l\u2019approvazione condizionata nella UE nel settembre 2024 per il trattamento della colangite biliare primitiva (PBC) in combinazione con acido ursodesossicolico (UDCA) negli adulti che hanno una risposta inadeguata all\u2019UDCA o come monoterapia nei pazienti che non tollerano l\u2019UDCA. Queste approvazioni sono subordinate a ulteriore verifica del beneficio clinico. Elafibranor \u00e8 attualmente oggetto di domande di approvazione presso altre Autorit\u00e0 Regolatorie. Elafibranor \u00e8 stato sviluppato da GENFIT. Nel 2021 Ipsen ha ottenuto in licenza da GENFIT i diritti esclusivi per elafibranor in \u200b\u200btutto il mondo (ad eccezione di Cina, Hong Kong, Taiwan e Macao).<\/p>\n\n\n\n Lo studio clinico ELATIVE<\/strong><\/p>\n\n\n\n ELATIVE (NCT04526665) \u00e8 uno studio clinico di fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. condotto con lo scopo di valutare l\u2019efficacia e la sicurezza di elafibranor 80 mg una volta al giorno rispetto al placebo nel trattamento di pazienti affetti da PBC con una risposta inadeguata o intolleranza all\u2019acido ursodesossicolico (UDCA), l\u2019attuale standard terapeutico di prima linea per la PBC. Lo studio ha arruolato 161 pazienti, che sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere elafibranor 80 mg una volta al giorno o placebo. I pazienti con una risposta inadeguata all\u2019UDCA hanno continuato a ricevere UDCA in combinazione con elafibranor o placebo, mentre i pazienti intolleranti all\u2019UDCA hanno ricevuto solo elafibranor o placebo. I pazienti hanno continuato il trattamento loro assegnato dopo la settimana 52, finch\u00e9 tutti non hanno completato la settimana 52 di trattamento, o per un massimo di 104 settimane. \u00c8 tuttora in corso lo studio di estensione in aperto a lungo termine di ELATIVE, in cui i pazienti affetti da PBC possono ricevere elafibranor fino a un massimo di 5 anni. L\u2019endpoint primario era la risposta biochimica, definita come valore fosfatasi alcalina (ALP) a<1,67 x limite superiore della norma (ULN), una diminuzione dell\u2019ALP \u226515% rispetto al valore basale e bilirubina totale (BT) \u2264ULN a 52 settimane. L\u2019ALP e la bilirubina sono importanti predittori della progressione della malattia. Le riduzioni dei livelli di entrambi possono indicare una riduzione del danno colestatico e un miglioramento della funzionalit\u00e0 epatica. I risultati completi dello studio ELATIVE di 52 settimane sono stati pubblicati nel New England Journal of Medicine<\/strong><\/a><\/p>\n\n\n\n Importanti informazioni sulla sicurezza e raccomandazioni per l\u2019uso di elafibranor saranno dettagliate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), pubblicato nello European public assessment report (EPAR) e disponibile in tutte le lingue ufficiali della UE. L\u2019RCP completo \u00e8 disponibile all\u2019indirizzo: https:\/\/www.ema.europa.eu\/it\/documents\/product-information\/iqirvo-epar-product-information_it.pdf<\/a><\/p>\n\n\n\n Informazioni alla stampa:<\/strong> Riferimenti bibliografici: <\/strong><\/p>\n\n\n\n [1] https:\/\/pubmed.ncbi.nlm.nih.gov\/34239845\/<\/a><\/p>\n\n\n\n
Chiara Loprieno | +39 3488818732 | chiara.loprieno@ipsen.com
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